Ce ne parla la dottoressa Rossella Terragni, specialista in patologia e clinica degli animali d’affezione
Nei paesi sviluppati negli ultimi venti anni la medicina veterinaria ha avuto un’evoluzione molto importante. L’animale da compagnia è infatti considerato membro a tutti gli effetti del nucleo famigliare, e spesso ricopre un vero e proprio ruolo “sociale”. Pensiamo per esempio agli anziani, o alle persone con disabilità, o semplicemente a quelli che come me traggono un piacere e un beneficio dalla vicinanza del proprio animale.
Mi è capitato di recente di vedere cagnolini con i pazienti in una casa di cura; le applicazioni delle terapie assistite dagli animali (Pet Therapy) da tanti anni sono molteplici per diverse situazioni e patologie.
Per quanto riguarda il campo prettamente medico veterinario, come ho già accennato, negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante. Lo studio e l’approfondimento di alcune tecniche diagnostiche e terapeutiche ci ha portato “un po’ più vicino” al campo della medicina umana.
Proprio a questo proposito mi piacerebbe spiegare che cosa sono alcune delle tecniche mini-invasive.
Nel campo diagnostico, cioè quando dobbiamo eseguire degli esami per capire quale malattia abbiamo davanti, c’è la possibilità di ricorrere all’endoscopia. L’endoscopia è una procedura che permette di vedere e ispezionare alcuni organi “direttamente dall’interno”. La caratteristica dell’endoscopia è quella di sfruttare le vie esistenti: non vengono perciò create aperture o tagli, ma la strumentazione (che è di dimensioni variabili, a seconda della taglia del cane o del gatto) viene introdotta attraverso aperure naturali, come la bocca, il naso o l’orecchio. Questa tecnica può essere utilizzata per l’ispezione diretta di alcuni organi, quali lo stomaco, l’intestino, le cavità nasali, i polmoni, l’orecchio e la vescica. Ovviamente, poiché cani e gatti non sono completamente collaborativi, per eseguire questi esami è necessaria l’anestesia. Attraverso l’endoscopio, che è una sonda con una telecamera sulla punta, il medico veterinario ispeziona gli organi, e può anche eseguire dei prelievi (biopsie) per accertarsi della natura di una patologia. L’endoscopia, oltre che strumento diagnostico, può diventare un vero e proprio strumento di terapia: sono tante le procedure chirurgiche che si possono attuare, come per esempio l’asportazione di un polipo (formazione di tessuto che può crescere all’interno di diversi organi). Un altro esempio: pensiamo a quante volte un cucciolo ingoia corpi estranei (giochi, palline, tessuti): questi spesso possono essere recuperati con l’endoscopia senza dovere ricorrere alla chirurgia! Ora si avvicina la stagione dei forasacchi (spighe)… anche questo è un esempio perfetto di estrazione endoscopica!
Una grande considerazione merita la chirurgia mini-invasiva mediante laparoscopia e toracoscopia. Si tratta di tecniche che sfruttano aperture molto piccole (circa 1 cm) create dal chirurgo per l’introduzione di una telecamera e di altri strumenti (tipo pinze..). Questo permette al medico veterinario di vedere su un monitor l’interno dell’addome o del torace e di eseguire interventi chirurgici. Un esempio molto semplice è l’ovariectomia laparoscopica. E’ la sterilizzazione del cane femmina che viene eseguita con tecnica mini-invasiva, senza taglio del muscolo addominale. Con questo intervento la cagnolina ha solo due piccoli fori (un solo punto di sutura) e il decorso post operatorio è una passeggiata! Ovviamente queste sono tecniche che richiedono un apprendimento lungo e costoso da parte del medico, e che perciò vengono eseguite in strutture a carattere specialistico.
Dr.ssa Rossella Terragni
Medico Veterinario LP (BO 1895) – Clinica Veterinaria Pet Care Bologna
Specialista in Patologia e Clinica degli animali d’affezione
Master II livello in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva degli animali d’affezione
PhD Università di Ghent (Belgio)