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L’autodeplumazione dei pappagalli
Autore: Dr.ssa Serena Sola
Data: 24-03-2018
L’AUTODEPLUMAZIONE DEI PAPPAGALLI
Il Pappagallo che si autodepluma è una condizione comune, che rappresenta una sfida per il veterinario e che spesso necessita un percorso diagnostico dispendioso e frustrante sia per il professionista sia per il proprietario. L’atto del grattamento ripetuto e insistente di una determinata zona o la masticazione eccessiva del piumaggio non è di per se una malattia ma un sintomo riconducibile a una moltitudine di cause predisponenti e scatenanti. A volte il pappagallo si limita a una sola zona, in altri casi la sua attività si estende a tutte le zone raggiungibili dal suo becco e il pappagallo appare completamente nudo (è risparmiata solo la testa). Nel caso in cui manchino anche le penne della testa, si può evincere che ci siano delle patologie metaboliche gravi, oppure altri pappagalli conviventi che gliele strappano. In alcuni casi il pappagallo mastica le penne e le rovina, in altri casi le strappa proprio dal corpo ogni volta che la penna tenta di riemergere. Sono rari i casi in cui il paziente si lesiona la pelle.
In natura non sembrano riportati casi di autodeplumazione. Spesso ci sono delle implicazioni comportamentali e psicologiche e l’impegno del proprietario deve essere ancora più grande, ma non bisogna mai attribuire questa tendenza a un problema comportamentale senza prima di aver sostenuto degli esami che ci permettano di escludere tutte le possibili cause.
In alcuni casi lo strappamento delle penne è fisiologico, alcuni uccelli per esempio tendono a strapparsi le penne del torace addome e zampe per trasferire più efficacemente il calore alle uova durante la covata.
Fra le cause annoveriamo: carenze nutrizionali spesso legate alla difficoltà di ricreare in cattività una dieta sana e bilanciata, che inevitabilmente porta a stati carenziali che si ripercuotono sulla crescita della penna. Ipersensibilità\allergia ad alcuni alimenti come per esempio le arachidi, che causano intenso prurito. Altre cause, avvelenamento da zinco (usato nella vernice delle vecchie voliere), parassiti esterni, come acari e pidocchi e interni frequenti in particolare nella calopsitte la giardia, protozoo del tratto gastro enterico.
Ancora fattori ambientali quali scarsa umidità (molte specie sono tropicali), mancato rispetto dei fisiologici ritmi di alternanza luce\buio che possono indurre stati di stress che esitano anche nell’autobeccaggio, traumi, neoplasie, sostanze irritanti ambientali, patologie metaboliche legate a disfunzioni d’organo che vanno indagate mediante indagini ematologiche, problemi ormonali (in particolare l’Ipotiroidismo) responsabili di alterazioni nel piumaggio.
Spesso succede che animali nati in incubatrice e allevati a mano, non entrano mai in contatto con loro simili: non hanno quindi la possibilità di apprendere per imitazione e possono non essere in grado di pulirsi in modo adeguato il piumaggio, finendo per strapparsi le penne.
Per quanto riguarda i fattori ereditari, i batteri, i virus o altri microorganismi, causa a volte di malattie mortali, è indispensabile rivolgersi al medico veterinario in quanto come spiegato all’inizio, la presenza di un problema di autodeplumazione prevede un iter diagnostico lungo con una serie di esami che ci permettano di escludere molte delle patologie frequenti che hanno interessamento cutaneo.
 
Serena Sola
Medico Veterinario Gp Cert ExAP
Clinica S. Cecicilia Vicenza
 

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